Il clan Santo Graal in “trasferta” a Sabaudia tra momenti di riflessione e Dragon Boat
Sabaudia, 26/27-11-11.
Un sabato come tanti, ma non per i ragazzi del Clan e del Noviziato di Roccasecca 1 che da alcune settimane si preparano a vivere una nuovissima avventura di 2 giorni a Sabaudia, presi dall’euforia che è propria di ogni uscita ma di questa in particolare, da quando hanno scoperto che si faranno attività di tipo nautico.
Per ora non ne sanno molto di più…quando hanno fatto il programma dell’anno, hanno chiesto specificatamente di fare un’uscita al mare, o simile, per fare attività nautiche, ma i capi sono stati molto criptici su che cosa li aspetta, continuano solo a dire che è moooolto attinente al tema che stanno affrontando in branca R/S in questo periodo.
Ah, già, forse occorre fare una premessa…
Il Noviziato ha iniziato il suo cammino e sta affrontando delle riunioni tematiche sugli aspetti fondamentali della branca R/S: Strada, Comunità, Servizio e Spiritualità. Dopo aver parlato di Strada, averci giocato e fatto attività sopra, e naturalmente averla vissuta con un’uscita preparata ad hoc assieme al Clan su un bellissimo sentiero di montagna, da qualche settimana si sta confrontando col tema della Comunità. Anche stavolta giochi ed attività a tema, testimonianze ed esperienze varie, ed ora un’uscita tutta incentrata su che significa essere e fare comunità.
Dopo essersi divisi, qualcuno sul fiammante furgone di gruppo, qualcuno nelle auto dei capi, la squadra di R/S roccaseccani è partita alla volta della Zona Pontina, raggiunta dopo circa un’ora e mezza di strada.
Scesi dalle vetture i ragazzi hanno subito iniziato le attività: nella piazza antistante la parrocchia – che li ospita – sotto gli occhi curiosi dei passanti, hanno avuto modo di trasmettere lo spirito scout e di fratellanza che li unisce, cimentandosi in giochi, canti e attività tutti rigorosamente di squadra e collaborazione reciproca.
Al calare della sera, grazie all’ospitalità del gruppo scout di Sabaudia hanno cucinato un lauto in una coloratissima sede di Branco.
La cena è stata un’ulteriore novità per i novizi reduci da una vita di Reparto ben diversa, mai prima era capitato infatti ai quattro, di cucinare risotti liofilizzati su dei fornelletti a gas ed in piccole pentole dove come ti distrai un attimo, ecco che le cotolette alla milanese si attaccano irrimediabilmente al fondo… Meno male che c’è chi è pronto a prestarti la propria gavetta antiaderente per finire di preparare la cena: è comunità anche questo.
Dopo un abbondante pasto è iniziato il fuoco serale durante il
quale i ragazzi sono stati raggiunti da un clan FSE (Federazione Scout d’Europa) di Frosinone con cui si è avuto modo di confrontarsi (notando differenze e punti in comune con l’AGESCI) ma anche di giocare e divertirsi. Si sperimenta come comunità, nello scoutismo, è una parola/concetto tanto ampio: non esistono poi così tante differenze quando si sta insieme condividendo stessi ideali…ecco che significa fratelli di ogni altra guida e scout. Una serata fantastica, ed è già notte fonda quando ci si saluta per infilarsi nei sacchi a pelo.
Il mattino seguente, nonostante il sonno, il clan ed il noviziato sono balzati immediatamente in piedi in attesa della tanto desiderata attività nautica. Ma c’è ancora tempo… Colazione, santa messa, foto-ricordo, ancotra qualche attività sul tema della comunità proposto dal Clan ai ragazzi del Noviziato. E finalmente è il momento di sperimentare ciò che più avrebbe caratterizzato l’intera uscita, ed così che i nostri ragazzi hanno conosciuto un nuovo sport proveniente dall’Asia: il Dragon Boat.
Il Dragon Boat si pratica su un’omonima barca di grandi
dimensioni su cui siedono 20 persone, dieci sul lato destro, dieci su quello sinistro, un timoniere dietro (poppa ??) e, a capo dell’imbarcazione, un suonatore di tamburo che da il tempo ai rematori (o vogatori), ognuno dei quali armato di pagaia ce la mette tutta per far avanzare la barca. E qui sta l’esperienza di comunità: se non si va tutti insieme, perfettamente a tempo, si sta pressoché fermi!! Gli istruttori, che fanno anche da timoniere e battitore del tempo, prima tengono una sessione teorica sul Dragon Boat, sulle sue origini, sull’evoluzione di questo sport ormai praticato in tutto il mondo, sulle tecniche principali di “navigazione” e sui movimenti da effettuare con la pagaia. Poi fanno mettere la barca in acqua dai ragazzi, li aiutano a sistemarsi, bilanciando l’imbarcazione e pronti via!!
Il giro sul lago è durato all’incirca due ore duranti le quali qualche piccolo dolore alle braccia e qualche schizzo d’acqua hanno fatto compagnia al gruppo. All’inizio si andava tutt’altro che assieme, ma verso la fine sembravamo un’unica persona, e le pagaie che entravano nell’acqua all’unisono, o si poggiavano sul bordo del dragon boat producevano davvero un unico suono. I ragazzi del noviziato hanno appreso dall’esperienza quello che i capi ed il clan avevano cercato di far capire con le varie attività nelle settimane precedenti: si va avanti solo se si va tutti insieme, puoi sempre contare sul tuo compagno di viaggio e sul resto del gruppo, e anche quando tu non ce la fai più, c’è qualcuno che fino a che non ti sarai ripreso, remerà assieme a te, per darti più vigore, sostegno e aiuto… e anche che insieme tutto è più bello e divertente: le risate del clan, le battute dei novizi, i gridolini delle scolte quando le schizzavano si sentivano fino alla riva.
Scesi dall’imbarcazione, e dopo averla pulita e rimessa a posto, è stata la volta del pranzo mangiato voracemente per poi incamminarsi lungo la via di casa dopo le ultime attività preparate.
L’uscita come avrete capito, non si è rivelata fine a se stessa, il Clan (in particolare il noviziato) è stato autore di riflessioni, discussioni e giochi sul fare comunità, considerando l’importanza di questo fattore fondamentale per la vita di ogni uomo. Non a caso, appunto, è stato scelto il Dragon Boat che più di ogni altro sport sottolinea l’importanza della comunità: più persone che con un po’ di impegno e coordinazione possono rendere possibile ciò che agli occhi di uno solo sembra impossibile per raggiungere grandi traguardi INSIEME.
Simome P.