Gruppo Scout Roccasecca 1

Evviva gli EPPI
Cronaca di un cantiere dietro le sbarre


Tutti  ci domandiamo perché ad una certa età una persona sta ancora agli scout… bella domanda!
Io potrei rispondere così: “perché rispecchiano il mio stile di vita, perché mi hanno fatto vivere esperienze che nessun altro in questo mondo potrebbe darmi, perche mi regala emozioni che pochi sanno carpire!”
Sarò esagerata ma è questo l’ effetto che mi ha fatto il cantiere a cui ho preso parte ad agosto a Bologna!
Volete saperne di più vero??

Iniziamo! Che cos’è un cantiere scout?
Il cantiere è un campo per R/S che ti dà l’opportunità di vivere  un’esperienza a contatto con altri scout che provengono da ogni parte d‘Italia, alcuni anche dall’ estero, facendo importanti esperienze! Sono campi basati su tematiche particolari, possono essere di servizio, tematiche sociali, posso essere delle route…e così via! Sono campi che ti mettono alla prova … o meglio sono campi in cui tu ti metti alla prova, ti metti al servizio del prossimo … campi dove tu devi tirare fuori tutto te stesso e metterti in gioco! O almeno per me è stato questo…

I capi clan all’inizio dell’estate ci hanno presentato tutti i cantieri che l’AGESCI aveva programmato, ci hanno detto che sarebbe stato importante parteciparvi e che era la risposta ad alcuni passaggi del nostro punto della strada.
Io e Denis abbiamo deciso di provarci, ed abbiamo scelto quello di Bologna perché ci incuriosiva la descrizione e poiché trattava di qualcosa molto particolare: fare servizio in un carcere minorile!
Arrivati a Bologna abbiamo conosciuto i nostri mitici capi campo e gli altri ragazzi che provenivano da ogni parte d’Italia - nord, sud, centro! Eravamo in tutto 10 ragazzi.
Il campo era improntato per max. 12 persone proprio per far si che tutti potessimo metterci davvero in gioco in mondo , provare a prendere davvero coscienza di chi ci era accanto. E così è stato!
Inizialmente ci hanno spiegato  su come comportarci in un ambiente del genere: i comportamenti, gli oggetti da non portare, argomenti di cui era meglio parlare, come non essere invadenti ma allo stesso tempo cercare in quei pochi giorni di cercare un contatto e creare magari legami di amicizia con quei ragazzi che purtroppo sono stai meno fortunati di noi, ed hanno fatto scelte diverse, ma che di certo non sono diversi da noi!
Ogni pomeriggio in bicicletta partivamo dal convento dove eravamo ospiti per il campo fisso, e passando  per il centro di Bologna raggiungevamo il carcere chiamato carcere del “Pratello”.
È stato emozionate perché chissà cosa ci aspettavamo di trovare di così diverso dietro quelle mura e invece siamo stai accolti da ragazzi come noi, da nostri coetanei  che purtroppo per un motivo o per l’altro hanno commesso degli errori nella loro vita e stanno scontando la loro pena.
Il carcere era diviso in due settori detti bracci, uno dell’ accoglienza che includeva i ragazzi che aspettavano ancora la sentenza, e quello dell’orientamento che raggruppava i ragazzi che già scontavano la pena.
Ogni giorno facevamo giochi, attività strutturate su tematiche diverse così da poter familiarizzare e poi nell’ ora d’aria, quando si riunivano i due bracci, stavamo tutti nel campo sportivo.
Nel campo ognuno di noi scout cercava il suo personale modo per rapportarsi con i ragazzi, c’era chi giocava a calcio, chi chiacchierava e così via… e ognuno di noi ha creato dei legami particolari. Abbiamo parlato molto, qualcuno ci ha raccontato la loro esperienza e qualcun altro no, ma non eravamo lì per quello… non ci importava sapere il motivo per cui erano finiti in carcere o per giudicarli,  eravamo lì per far si che rimanesse un’impronta in loro di quella settimana, per far sì che quei giorni passassero più velocemente, per lasciare il ricordo di  emozioni, per donare momenti di divertimento e di amore.
Sorpresa sorpresa….forse questo era quello che noi volevamo dare loro, ma che alla fine loro hanno dato a noi.
Dopo 3 ore e mezza pomeridiane che passavamo in carcere  salivamo  di nuovo in sella alle nostre biciclette pronti per una bella pedalata per ritornare a casa e lì subito ci rivedevamo tra di noi per condividere le emozioni a caldo… e se devo essere sincera quante belle cose sono state dette! da brividi ancora oggi solo a ripensarci !
Il campo, inoltre, era strutturato su tematiche come la giustizia ed il perdono, la legge e l’accoglienza! Ogni giorno ragionavamo su queste… abbiamo visto film, abbiamo fatto inchieste per la città di Bologna, abbiamo fatto varie attività per capire al meglio gli argomenti che stavamo affrontando!
E alla fine arrivava la sera… ogni serata facevamo cose  diverse e divertenti per esempio una volta siamo andati sui colli bolognesi in un casa dove accoglievano bambini minori, di massimo 15 anni, che si trovavano in Italia e avevano bisogno di un tetto, di un’istruzione o di un lavoro, insomma una sorta di casa famiglia.
E’ stata una serata  divertentissima dove noi ci siamo occupati dell’animazione e i ragazzi della casa ci hanno offerto una cena tipica musulmana!
E come dimenticare poi la passeggiata in bicicletta notturna fatta per Bologna che ci ha dato l’ opportunità di vistare posti importanti come il ghetto ebreo, o la piazza, o la biblioteca di della città in un orario un po’ diverso dal solito, quando luci ed ombre si rincorrono facendoti vedere tutto con occhi diversi.
Alla fine che dire: questo campo è stato completo in ogni senso… abbiamo messo in pratica le nostre capacità, siamo stati accolti ed abbiamo accolto a nostra volta, abbiamo condiviso, abbiamo osservato ciò che ci circondava, che ci dava immensa gioia, abbiamo dedotto quelle che erano le difficoltà e le esigenze ed abbiamo provato a formulare delle soluzioni. Che altro aggiungere?? Penso potrei scrivere altre 10 pagine perché 6 giorni di campo non si racchiudono in poche parole, ma è naturale che le emozioni vere non si posso trasmettere in questo mondo ma solo con l’esperienza diretta…
Quindi  per coloro che dovessero pensare che gli scout ti rubano una settimana o più di vacanze, che sono una perdita di tempo, che alla fine non servono a niente, dico che forse non hanno ancora davvero capito cosa c’è dietro questo grande mondo di fazzolettini colorati, dietro le facce di questi ragazzi che si emozionano per aver fatto un’esperienza come la nostra quest’estate, che sono fieri di essere scout e di essere considerati diversi: voi pensatela come volete, io vivo qualcosa di straordinariamente diverso e lo consiglio a tutti.

Un abbraccio Valentina e Denis