Chiedimi se sono felice
Puntuale come ogni anno, è arrivata la route di Pentecoste di zona!
Quest’anno i clan della zona di Frosinone sono stati chiamati a rispondere ad una domanda davvero difficile: quanto siamo felici???? E perché??
Ci siamo così confrontati con i modelli di felicità che ci propone il mondo, soldi, potere, bellezza… e poi con quello contenuto nel discorso della montagna di Gesù.
All’inizio forse ci è sembrato poco attuale continuare a pensare che i beati/felici, potessero ancora oggi essere considerati i miti, in un mondo dove ad averla vinta è sempre quello che urla più forte o picchia più duro.
E quanto possono essere felici gli assetati di giustizia o gli operatori di pace, in una civiltà che i suoi giudici li uccide negli attentati, o che nella vendita delle armi vede il suo maggior profitto.
I poveri poi, mai vista gente più afflitta!!!
Trovare un puro di cuore negli scandali a cui assistiamo senza più neppure provare vergogna … un fatto più unico che raro….
E di certo pochi sono gli esempi di veri misericordiosi.
Poi però, a dispetto di quanto sentiamo ogni giorno, in barba a quanto vogliono farci credere TV e giornali, abbiamo riaffermato il diritto ad essere felici noi, che al potere, al successo ed al denaro anteponiamo la gioia unica dello stare insieme agli amici, a divertirci con poco, a condividere tutto.
Felici noi che ancora sogniamo un mondo in cui tutti possono sentirsi fratelli, un mondo senza ingiustizie, e che lo riaffermiamo quel sogno nelle piccole prese di posizione di ogni giorno, a scuola o a lavoro, quando invece di nasconderci e seguire il branco, petto in fuori difendiamo un amico, ci battiamo per qualcosa in cui crediamo.
Felici di poter affermare che abbiamo ancora dei valori in cui credere, felici di scoprire che i nostri “miti” sono persone come Teresa d’Avila o la giornalista russa Politkovskaya.
Ma soprattutto felici di poter condividere tutte queste riflessioni con un gruppo di amici, la sera sotto una pioggia torrenziale che ci ha colti in pieno bosco, o quando infreddoliti e bagnati abbiamo apprezzato la disponibilità di chi ci ha aperto la porta per una notte all’asciutto, novelli frate Leone.
Felici di affrontare la fatica di un sentiero di montagna che si snoda tra alberi e sassi muschiati con la consapevolezza che nel momento di difficoltà qualcuno sarà lì pronto a tenderci una mano.
Felici di scoprire, a messa in una suggestiva certosa, neppure fosse stato tutto programmato, che il vecchio frate ha voglia di parlarci, pensa un po’, proprio della gioia…
Felici di …
Ognuno di noi ha trovato in questi due intensi giorni i suoi buoni motivi per essere felice, e a volte la risposta alla domanda con cui siamo stati invitati a partecipare a questo evento, è stata molto diversa da quello che ci saremmo mai aspettati.
Chiedimi se sono felice… ti risponderò di si!!
