Benvenuti in famiglia....
Perché si decide di avvicinarsi da adulti allo scoutismo?
Se a ottobre lo aveste chiesto a Maurizio o Felice vi avrebbero probabilmente risposto per seguire un figlio. In che senso? Prova a vedere tuo figlio, sabato dopo sabato, riunione dopo riunione, che rientra a casa tutto contento, con un sacco di cose da raccontarti, con la voglia già di riuscire col suo fazzolettone al collo, e vedi se non ti monta dentro un po’ di curiosità.
Poi magari ti capita di ritrovarti in montagna, durante una scampagnata tra amici, a dare una mano al reparto che durante il campo estivo ha qualche problema…
o alle vacanze di branco in cambusa, dove sei andato perché serviva una mano e tu avevi qualche giorno di ferie… e ti ritrovi a vedere tuo figlio ed altri ragazzi che si divertono, che scoprono nuove cose, che cantano attorno ad un fuoco o si impegnano per prendere una specialità. E senti le loro risate, e vedi il loro entusiasmo… e alla sera tardi incroci gli occhi scintillanti di un capo che stanco per le fatiche della giornata appena trascorsa, ha ancora la forza e la voglia di sorridere e parlare di quegli stessi ragazzi, di come stiano crescendo, di quante soddisfazioni danno.
Così ad ottobre, un po’ titubante, ti ritrovi a cercare i capi gruppo di tuo figlio, a chiedere loro cosa si deve fare per fare lo scout. E li vedi sorridere sotto i baffi… ma allora ancora non capisci….
E ti ritrovi a leggere uno strano documento chiamato Patto Associativo, a chiacchierare con i capi di tuo figlio di metodo scout ed associazione. Senza quasi accorgertene una sera in tana di branco sei seduto a terra, in cerchio, ad ascoltare “l’accoglienza di Mowgli in branco” raccontata da Kaa, a ricevere dei doni dal capo reparto, dei simboli dal capo clan. Ti mettono al collo un fazzolettone di gruppo e ti dicono che dal sabato dopo inizia il tuo tirocinio in branca.
Così cominci ad incontrarti due venerdì al mese con gli altri adulti per comunità capi, per discutere del gruppo, dei ragazzi, per programmare i campi, per confrontarsi su educazione e rapporto capo-ragazzo… E poi il sabato alle riunioni di reparto, o col clan. All’inizio hai un po’ paura, che dire, che fare, cosa diranno i ragazzi… ma loro sono lì, e poiché tu al collo hai un fazzolettone come il loro, sei già uno di loro. Ed iniziano a giocare assieme a te, a chiederti consigli, a domandarti come preparare un’attività sul servizio da lanciare in clan o come si fa a fare una legatura quadra. E tu vorresti solo rispondere: e io che ne
so?????
Invece saccheggi la fornitissima biblioteca del capo gruppo, passi il tuo tempo libero su internet o a casa del capo reparto per imparare a farla quella legatura, e anche altre così sabato vedi come li stupisco io quelli della sq. Volpi! O per preparare un bel momento sulla responsabilità, perché in clan ci stiamo lavorando e mica posso essere proprio io quello che se ne sta zitto in un angolo! Infondo quante volte l’hai già sentito che dobbiamo essere noi i primi a dare l’esempio.
Poi un giorno ti si presenta la capo gruppo con una strana scheda in mano, e ti dice che devi proprio partecipare al CFT…
CF che?? tu sei entrato da meno di un mese, e già devi prenderti un paio di giorni di ferie per un campo di formazione. Sti scout! Comincia a pensare…. Però poi al campo ci vai, e ti diverti pure! Conosci altri che come te hanno appena intrapreso questo cammino e cominci anche a capirci qualcosa in più di associazione e metodo. E rientri a casa davvero carico…
Aspetti le riunioni quasi con la stessa trepidazione di tuoi figlio, ti butti a capo fitto nella preparazione del campo invernale e della route, fai strada e servizio assieme ai ragazzi di clan, vai in uscita col reparto e inizi ad apprezzare i fuochi serali, le veglie, i giochi…
Ed è così che decidi… di fare la promessa.
La comunità capi ed il clan ti organizzano una veglia d'armi, come per gli antichi cavalieri, sul senso dello scoutismo, sulla promessa, l’onore, il servizio. Musiche suggestive, video realizzati dai ragazzi, preghiere, canti, simboli e gesti… e poi il deserto, ultimi minuti prima di seguire una lunga scia di piccole fiammelle, che ti portano dritto davanti la tua comunità, che ti aspetta, tutta in perfetta uniforme, in quadrato, sotto un cielo terso e pieno di stelle scintillanti. Il clan che canta una dolce melodia in sottofondo, un tuo compagno, amico, che ha iniziato questo cammini tanti anni prima di te, e che ora lo ha ripreso, assieme a te, che ti accompagna. Il capo gruppo che ti saluta e ti domanda cosa chiedi………… e tu, emozionato che rispondi “di fare la Promessa”.
… con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore…
E poi tutto diventa chiaro, non sei lì per fare lo scout, sei lì per essere scout!
E così Felice e Maurizio, la notte tra il 12 ed il 13 febbraio, in uno scenario come pochi, hanno recitato
la loro promessa, hanno apposto il giglio sul cuore e si sono lasciati festeggiare dalla loro “nuova famiglia”, che già aveva preparato qualcosa di buono da mangiare attorno ad un camino, le foto di un breve ma già intenso cammino fatto insieme, aneddoti su di loro, episodi che sono già “storia” e sogni da dover ancora realizzare. Fratelli tra fratelli.
E ora, provate a chiederglielo ancora, oggi, perché scegliere di essere scout!
Buona caccia.